Sostenibilità e vini senza solforosa aggiunta: nuove opzioni di mercato ma anche strategie economico-produttive
Il dinamismo e la modernità come riscatto alla difficile situazione economica
Ad Enoforum 2011, evento biennale organizzato dalla Società Italiana di Viticoltura ed Enologia (SIVE) e giunto oramai alla settima edizione, si sono potuti cogliere interessanti segnali dal mondo del vino. Mentre nello scorso appuntamento (2009) il settore si era mostrato assolutamente frastornato dall’arrivo di una crisi economica globale senza precedenti, fonte di grande insicurezza, oggi si notano decisi segnali di reazione, ed una maggiore consapevolezza degli orizzonti di mercato. Molti produttori italiani hanno saputo rispondere con forza, adattando le proprie strategie alle mutate esigenze. Sotto il profilo produttivo è in corso un processo di ottimizzazione dei costi ma anche di ricerca di una maggiore flessibilità e di affinamento delle tecniche per garantire qualità e stile costanti nel tempo. Ed emergono, chiarissimi, i nuovi ‘driver’ di sviluppo per i prossimi anni: la ‘sostenibilità’, che obbliga a rivedere e ad armonizzare l’insieme dei processi produttivi aziendali, dal vigneto, alla cantina, alla logistica, … e la ‘naturalità’ dei vini.
Grande afflusso di tecnici e relatori da tutto il mondo
Arezzo, è questa la città che ha ospitato la manifestazione, è la quarta sede di Enoforum dopo Pescara, Conegliano e Piacenza. La collocazione geografica e la struttura fieristica della città d’arte toscana hanno trainato da un lato e supportato dall’altro una ‘pacifica’ invasione di tecnici, ricercatori e produttori del mondo del vino. Ben 950 i visitatori che hanno seguito le tantissime sezioni di aggiornamento tecnico, dialogato con le aziende presenti e degustato vini ottenuti con tecniche innovative. Ma ancora più impressionante la mole dei relatori, che hanno prodotto oltre 100 studi scientifici offrendo ai partecipanti un’esaustiva vetrina dei risultati ottenuti negli ultimi anni da ben 44 centri di ricerca italiani e 30 stranieri.
Si è parlato di tutti i temi legati alla produzione del vino, ma in particolare di meccanizzazione in vigneto, di tecnologie di filtrazione ed affinamento, di chiusure tradizionali ed innovative, di effetti dell’ossigeno e di tendenze attuali di mercato nazionale ed internazionale. Particolare rilevanza è stata data alle strategie di sviluppo sostenibile, esaltando pratiche viticole ed enologiche in grado di garantire un prodotto di qualità pur nel rispetto dell’ambiente e del contesto sociale e paesaggistico del territorio. Inserito in questo filone, il tema che ha polarizzato l’attenzione in diverse relazioni è stato proprio quello della vinificazione in assenza di anidride solforosa, tecnica che, su pressante richiesta di una quota sensibile di consumatori, è stata sdoganata come opzione finalmente perseguibile, a patto di adottare specifici e collaudati protocolli produttivi.
Nell’ambito del palinsesto convegnistico, non a caso, i complessi capitoli della ‘sostenibilità’ e del ‘biologico’ sono stati affrontati in due sessioni apposite; appuntamenti che hanno, in sostanza, dato l’anima all’evento aretino. Da sottolineare anche i tanti lavori (ben 84) esposti nella sessione poster e, contemporaneamente, la presentazione delle ricerche che concorrono al Premio G. Versini, l’appuntamento creato dalla SIVE per dare visibilità alla migliore ricerca nazionale ed intitolato al noto ricercatore di San Michele all’Adige recentemente scomparso.
Non solo ricerca pura, ma applicazioni pratiche
Presenti ad Enoforum più di 40 aziende che hanno mostrato i risultati della loro recente attività di Ricerca e Sviluppo non solo attraverso la co-gestione di moduli del convegno o la presentazione di poster, ma spesso direttamente anche tramite un desk aziendale. Presso i singoli stand alloggiati in un’area dedicata le aziende hanno mostrato i loro prodotti di punta, dialogando con tecnici e produttori e, spesso, offrendo in degustazione vini dimostrativi ottenuti impiegando la tecnologia da loro proposta.
Numerosi vini in degustazione; l’interesse per le ‘Sfide tecniche’
Molto frequentata anche un’apposita sezione del quartiere fieristico che ha ospitato un banco d’assaggio permanente, dove una quarantina di vini di diversa provenienza sono stati proposti sotto il tema delle “Sfide Tecniche”. In pratica si trattava di vini prodotti con tecnologie particolari, utilizzando varietà di uva non comuni o in condizioni operative singolari. In questo segmento, a riprova di quanto già verificato nell’ambito convegnistico, la parte del leone l’hanno fatta i vini poco o nulla solfitati (non tutti comunque premiati con critiche positive, tuttavia), seguiti da diversi spumanti rosati da uve rosse ‘non convenzionali’ quali Nebbiolo, Raboso, Aglianico … Presente anche una selezione di vini del territorio individuati in collaborazione con le Strade del Vino di Arezzo.
Dr. Matteo Marenghi
Agronomo e giornalista free-lance
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